L'Italia è spezzata. Treni con ritardi di 80 minuti sono stati i più fortunati (io, che tornavo dalla Francia, sono miracolosamente arrivato in orario), altri hanno viaggiato con 170 minuti di ritardo, altri ancora con 250 e 300 minuti e ci sono persino stati dei treni cancellati.
L'immagine in evidenza l'ha scattata il sottoscritto. Il tabellone degli arrivi e delle partenze della Stazione Centrale di Milano segnava ritardi anche di 300 minuti. I trasporti nel nostro paese sono andati in TILT.
Ma perché, cosa è successo? La causa è ancora il deragliamento del Frecciarossa in provincia di Lodi? Anche. Il grave episodio che è costato la vita a due macchinisti il 6 febbraio scorso ha interrotto da quel giorno la circolazione ad Alta Velocità sulla direttrice Milano - Bologna. Non solo a livello nazionale treni e aerei hanno difficoltà a circolare, ma anche regionale. Le fermate delle stazioni della zona rossa (tutto il lodigiano: Codogno, Casalpusterlegno, Lodi eccetera, in Lombardia) sono state momentaneamente cancellate. Nonostante questo disagio, che comporta delle tutele per tutti noi a livello di salute, la gente in auto viene bloccata continuamente dalla polizia per nuovi accertamenti sulle condizioni sanitarie. Guardate il video del gruppo Jedi a riguardo.
Ma è soprattutto un'altra la causa del disagio, che riguarda ancora la provincia di Lodi: il Coronavirus. Non si poteva non dire qualcosa sugli effetti del Covid-19 anche in materia di trasporti, specie per chi ieri (come me) ha tastato personalmente il polso all'atmosfera della seconda stazione e della prima metropolitana italiana per traffico di passeggeri. Come si sa, questo fine settimana è scoppiata l'emergenza sanitaria in alcuni comuni del padovano e soprattutto del lodigiano cui esprimiamo la nostra solidarietà. 7 morti e oltre 200 contagiati è il bilancio provvisorio.
I controlli sanitari ai treni alla stazione di Casalpusterlengo hanno mandato in tilt la circolazione ferroviaria italiana, che già lì, ricordiamo, non vede attiva l'AV. Si è aperta una voragine tra il Nord e il resto d'Italia. Con i ritardi che testimonio io stesso. Molti treni sono stati dirottati: attraverso il Veneto, in modo da bypassare la Milano - Bologna, per poter discendere verso Sud.
Il paese si è scoperto improvvisamente fragile e le ripercussioni della malattia infettiva si sono sentite nel mondo della politica, del lavoro, dello sport, dello spettacolo. Oltre che dei trasporti: già, perché oltre ai mega ritardi sulla principale linea italiana (Torino - Salerno), la Romania ha disposto la quarantena per chi atterra con voli che provengono da Lombardia e Veneto.
L'Austria ha bloccato al Brennero un treno per due casi sospetti di Covid-19. Altri paesi hanno fatto sapere di essere vigili sugli spostamenti in ingresso provenienti dalle zone rosse. Chi invece provenendo da quelle regioni, atterra nelle regioni del Sud è osservato speciale: sono scattati controlli e segnalazioni nei casi più moderati, e anche isolamenti e quarantene in quelli più radicali.
Anche Trenitalia e gli enti gestori dei trasporti hanno fatto sapere che maggiori saranno le cautele sull'igiene dei mezzi usati. Sono ovviamente stati isolati i comuni-focolaio: le strade sono presidiate dalle forze dell'ordine e i treni non si fermano più. Anche la mobilità è stata contagiata.
L'atmosfera a Milano, che si trova a poche decine di chilometri dalla zona rossa, è diversa dal solito. Lo stesso premier Conte ha dichiarato però che le misure drastiche prese per comuni come Codogno o Vò Euganeo non possono essere prese nei confronti di grandi centri (come Milano).
Gli effetti si ripercuoterebbero su tutto il paese. Chi dovesse fare un giro a Milano in questi giorni in Piazza Duomo (fatto oggi anche questo) o sui mezzi, noterebbe come in molti portino la mascherina, come ci siano meno persone in giro e soprattutto noterebbe la chiusura di scuole, università, cinema, teatri, discoteche o palestre. I trasporti in città e fuori sono attivi, insieme a sicurezza e pulizia.
Stefano Guarrera