Quasi 200 miliardi vale il piano ufficiale per opere e cantieri presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). 196,5 miliardi per la precisione, di cui 129,6 già disponibili e 66,9 da finanziare, magari con il Recovery Plan. Trapelano indiscrezioni quindi con cifre da capogiro. È idilliaco? Probabile. Il Mit ha infatti allegato al Documento di Economia e Finanza (Def) un programma di oltre 300 pagine che dovrebbe essere approvato tra non molto dal Consiglio dei ministri (Cdm) insieme al piano per le riforme.
I partiti della maggioranza concordano nel rilancio dei cantieri ma non sulle modalità di questo rilancio. Da un lato Movimento 5 Stelle, governo e Italia Viva parteggiano per l'elezione di commissari, sospensione del Codice degli Appalti e affidamenti delle opere senza gara. Dall'altro lato il Partito Democratico è scettico a proposito di una sospensione del Codice e di conseguenti affidi senza gara. Prova a mediare l'Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac): propone affidamenti senza gara, ma rimanendo all'interno delle corsie di emergenza consentite dal Codice.
Il documento su cui punta il ministro alle infrastrutture e ai trasporti De Micheli non si occupa di procedure. Queste ultime saranno oggetto del Decreto legge Semplificazioni in arrivo, su cui il presidente Conte scommette per dare una boccata d'ossigeno alla burocrazia. Permessi e autorizzazioni, infatti, spesso richiedono fino a 7-8 anni prima ancora della posa della prima pietra dell'opera. La sfida è semplificare e ridurre i tempi di procedure come progettazione, valutazione di impatto ambientale e paesaggistico, anche solo per 12 mesi.
L'allegato però si occupa delle opere, dividendole in due tipi: quelle immediate e quelle da realizzare entro 10 anni, che si spartiscono equamente i finanziamenti. Sui cantieri immediati l'intesa nella maggioranza è più facile. Si registrano 77 miliardi già disponibili, di cui 40 costituiscono investimenti già in corso. Come giustamente sottolinea Il Sole 24 Ore, queste somme sono il cuore del rilancio imminente dei cantieri perché non hanno bisogno di permessi e autorizzazioni. 6 miliardi invece sono recuperati dal bilancio del Mit. Sono attesi grandi interventi e anche piccole manutenzioni su strade, ferrovie, ponti, viadotti, e porti. In programma c'è anche l'acquisto di mezzi pubblici. I cantieri che potrebbero partire riguardano anche metropolitane, ciclovie e opere per le Olimpiadi invernali 2026. E poi ci sono le opere ad orizzonte decennale all'interno delle quali non si accenna al Ponte sullo Stretto di Messina. Le ferrovie la fanno da padrone:
Roma - Ancona
Roma - Pescara
Napoli - Bari
Pisa - Ventimiglia via Genova
Salerno - Taranto via Potenza
Brennero
Adriatica
Brescia - Padova
Taranto - Reggio Calabria
I propositi ci sono. I soldi pure. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, specie in Italia. Tuttavia, se c'è la volontà le cose si possono fare: lo dimostra il nuovo Ponte di Genova. Adesso la politica passi dalla teoria alla pratica.
Stefano Guarrera