18/11/20
IN BREVE:
Fondo investimenti da oltre 50 miliardi, 13 per le infrastrutture
Un sondaggio mostra come prioritario sia per i cittadini il miglioramento di infrastrutture e la riqualificazione delle città
UN'ARENA DI CONFRONTO: nel frattempo il ministro del Mit Paola De Micheli esulta per la pubblicazione del bando di gara dell'ultimo lotto rimasto per il Tav Napoli - Bari: «un grande cantiere che si aggiunge agli altri già aperti nel Sud e darà lavoro a tante persone e imprese. Nel 2026 è prevista la conclusione lavori, ma dal 2023 inizieranno le aperture progressive delle tratte. Passo dopo passo, decisione dopo decisione, prende forma la nostra idea di Paese: più veloce, più interconnesso, e quindi più giusto».
Nella nuova legge di bilancio 2021 il fondo investimenti ammonta a 51,9 miliardi. Questi fondi saranno spalmati in 15 anni. Nel prossimo triennio già oltre 10 miliardi e mezzo sono impegnati. La quota destinata alle infrastrutture, come capitolo di spesa, ammonta a 13 miliardi.
Quest'anno l'esecutivo ha usato un nuovo strumento: all'interno della stessa manovra economica è presente una tabella. Quest'ultima ripartisce tra le varie amministrazioni centrali le risorse. Procedura che fino a quest'anno era affidata ad un Dpcm. Le somme possono essere anticipate tramite mutui con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) o con Banca Europea per gli Investimenti (Bei) o con banche. 12 miliardi e 770 milioni saranno appannaggio del ministero della Difesa che, non beneficiando del Recovery Fund, può qui essere largamente finanziato.
Come detto, sono 13 i miliardi per le infrastrutture. Ma questo ammontare è trasversale: infatti, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) andranno oltre 7 miliardi e mezzo. Il resto è destinato a regioni e province per la manutenzione di ponti e viadotti (550 milioni) e ad una novità: la "perequazione infrastrutturale" per il Sud, che vale 4,6miliardi. All'interno dei 7 miliardi e mezzo per il Mit le voci di spesa sono così distribuite:
Investimenti di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), 3 miliardi e 685 milioni.
Contratto di programma per Anas, 1 miliardo e 253 milioni.
Manutenzioni straordinarie di Rfi, 752 milioni.
Risorse per la realizzazione del Tav Torino - Lione, 409 milioni.
Risorse per i porti, 400 milioni.
Risorse per il trasporto rapido di massa, 315 milioni.
Risorse per la realizzazione dell'autostrada Roma - Latina, 250 milioni.
Somme ingenti in arrivo anche per la tutela del patrimonio culturale, per la ricostruzione post-terremoto del 2009 e 2016. E ancora sport, periferie, aree di sviluppo industriale e messa in sicurezza di territorio ed edifici.
Nel frattempo le città cominciano a ripensarsi. Nel futuro i nostri centri urbani non saranno più gli stessi. Forse si espanderanno di meno verso l'esterno e vedranno un piano attento di riqualificazioni di aree degradate e dismesse all'interno. I centri storici estenderanno le loro aree riservate ai pedoni e si lascerà più spazio al verde. E la pandemia ha innestato indelebilmente nella società lo smartworking, che cambierà anche il volto delle città. Infatti, ben il 90% degli italiani prevede di continuare con il telelavoro almeno parzialmente.
Nel frattempo, come riporta un sondaggio di Swg pubblicato su Il Sole 24 Ore, la priorità degli italiani è il miglioramento di infrastrutture pubbliche di mobilità (lo pensa il 56% degli italiani). Il 46% dei cittadini vede come prioritario invece il recupero di spazi abbandonati. In periferia più della metà degli italiani reclama musei, cinema, teatri, aree pedonali. Stessa percentuale per i centri storici dove sono richiesti piazze, spazi verdi e case. I centri anziani sono richiesti sia in centro sia in periferia.
Per gli italiani inoltre è auspicata una collaborazione tra pubblico e privato. Se il primo è garanzia per interventi e investimenti, il secondo è percepito come capace di progettazioni, manutenzioni e di operare nei cantieri. Inoltre, il sondaggio di Swg ha studiato le priorità dei cittadini delle 6 più popolose città italiane. Con la possibilità di indicare due opzioni, balza subito all'occhio un dato: per 5 città su 6 è urgente il miglioramento delle infrastrutture. I cittadini di Milano sono invece più sensibili al recupero di zone degradate. Il dato mostra come il trasporto in genere funzioni bene nella città meneghina. Addirittura per il 78% dei romani è invece un tallone d'Achille proprio la dotazione infrastrutturale della capitale.
I cittadini inoltre sono disposti a qualche sacrificio purché sia per un miglioramento della qualità della vita urbana e metropolitana. L'80% è disposto a sopportare aumenti di traffico e chiusura di strade per cantieri utili nelle città. Sono molto meno graditi l'abbattimento di alberi e l'aggiunta di tasse locali.
Stefano Guarrera